LA STAMPA – E’ in orbita LaserCube ed è destinato a rivoluzionare le telecomunicazioni nello spazio – Stellar Project
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LA STAMPA – E’ in orbita LaserCube ed è destinato a rivoluzionare le telecomunicazioni nello spazio

Stellar Project
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July 7, 2021

E’ in orbita attorno alla Terra dal 30 giugno. E attende di essere testato nelle
prossime settimane. Si chiama “LaserCube”, è stato progettato e sviluppato dalla
start-up Stellar Project ed è stato inviato in orbita in due fasi. La prima, con lo
spettacolare decollo (il 30 giugno 2021) dell’ormai collaudato razzo vettore Falcon 9
di SpaceX. La seconda fase grazie al satellite di trasferimento orbitale ION Carrier,
realizzato dall’azienda D-Orbit con sede a Fino Mornasco (Como).
Un progetto tutto italiano, che mira a rivoluzionare le comunicazioni nello spazio, e
dallo spazio, e che utilizza il laser come nuovo metodo per renderle più efficaci e,
soprattutto, sicure. “Sulla Terra il tutto è garantito dalle fibre ottiche” – spiega
Marco Ramadoro, che insieme con Alessandro Francesconi, che insegna Sistemi
Spaziali all’Università di Padova, e l’avvocato Federica Fistarollo guida Stellar

Project, ed è imprenditore con una lunga esperienza nei settori spazio, cybertech e
telecomunicazioni –. Nello spazio l’unico metodo in grado di garantire affidabilità e
colmare il gap è tramite un tracciamento laser. Siamo al primo test in orbita dopo
una serie di test molto promettenti effettuati a terra e ci prepariamo già per i
prossimi lanci, uno a fine anno e uno nella primavera del 2022, per far sì che questo
nuovo sistema di telecomunicazioni possa diventare operativo entro la fine del
prossimo anno”.
LaserCube è è un terminale miniaturizzato per le telecomunicazioni ottiche, a basso
consumo e ad alte prestazioni, collocato con un concentrato di tecnologie all’interno
di due unità CubeSat, cioè due piccoli cubi di 10 centimetri per 10, uniti insieme a
formare un piccolo parallelepipedo. Una decina di satelliti composti da sei di questi
“cubi”, uniti per una massa di circa 10 chili ciascuno, possono già formare e
garantire, posizionati su orbite e inclinazioni diverse, una piccola rete di
telecomunicazioni: “Il nostro obiettivo – aggiunge Ramadoro – è creare delle
costellazioni a basso costo in grado di garantire una maggiore flessibilità e
operatività al sistema. Abbiamo già molte compagnie di telecomunicazioni
interessate. D’altra parte il laser garantisce affidabilità soprattutto in termini di
sicurezza, poiché, ad esempio, è impossibile intercettare le comunicazioni. E’ un
fattore non solo di segretezza, ma anche di privacy. Inoltre, il test promette di aprire
un nuovo capitolo nell’ambito delle comunicazioni di tipo quantistico in banda
ottica”.

Il terminale per comunicazioni LaserCube si inserisce perfettamente nella nuova Space
Economy, con un programma di sostegno all’ecosistema delle piccole medie imprese
spaziali italiane. Stellar Project l’ha sviluppato attraverso il programma dell’ESA
“ARTES”, con il fondamentale supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana e la collaborazione
dell’italiana Guizzo Space, che ne ha sviluppato l’elettronica. Il cuore del sistema è il
meccanismo di puntamento estremamente fine brevettato da Stellar Project che,
consentendo un’altissima precisione del fascio di fotoni, ottiene “bit rate” più di 10 volte
superiori rispetto ai dispositivi radio tradizionali per piccoli satelliti: di conseguenza
aumenta in modo significativo il volume dati destinato agli utenti finali, con una ridotta
latenza e una sicurezza senza precedenti. Questo mix di caratteristiche, mai testate in
precedenza, promette di potenziare ulteriormente le opportunità di business connesse
all’uso di piccoli satelliti, in campi come l’osservazione della Terra, le previsioni
meteorologiche, le telecomunicazioni satellitari e i servizi Internet.
“Ora che è in orbita” – precisa Ramadoro – “D-Orbit gestirà le operazioni della
missione, seguendo un piano di collaudo concordato con noi di Stellar Project per

trasmettere sulla Terra tutti i dati di missione. Il test avverrà con LaserCube a 535
chilometri d’altezza. E la dimostrazione in volo coinvolge direttamente l’ASI, che
metterà a disposizione il Matera Laser Ranging Observatory, che si trova presso il
Centro di Geodesia Spaziale di ASI e Leonardo-Telespazio in Basilicata, per la
validazione delle operazioni di puntamento, acquisizione e tracciamento di
LaserCube, oltre che per i successivi test di trasmissione su canale ottico”.
“Siamo una start-up tecnologica e uno spin-off dell’Università di Padova – aggiunge
– e proponiamo soluzioni innovative per piccoli satelliti e per la sostenibilità
dell’ambiente spaziale. Il nostro obiettivo è contribuire a colmare il divario di
prestazioni e capacità tra satelliti miniaturizzati e satelliti tradizionali allo scopo
di migliorare i sistemi di comunicazione, osservazione della Terra, monitoraggio
ambientale e servizi Internet, rendendo fruibili a basso costo per le piccole e medie
imprese applicazioni spaziali oggi accessibili solo ad aziende di grandi dimensioni.
LaserCube è il primo e importante passo in questa direzione”.
Un nuovo passo nella New Space Economy, sempre più vivace, anche in Italia, come
testimoniano i progetti presentati al recente webinar organizzato dalla Italian
Technion Society, con Remy Cohen, presidente esecutivo, e Nora Alkabes, segretario
generale: i nanosatelliti e le loro future evoluzioni promettono un accesso allo spazio
semplice ed economico. Quasi personalizzato.